Fibra ottica per applicazioni biomedicali

(cod. R_0018)

A cura del Dipartimento di Ingegneria, Università degli Studi del Sannio

Con:

Armando Ricciardi, Dipartimento di Ingegneria, Università degli Studi del Sannio

Gli avanzamenti tecnologici in ambito biomedicale a cui stiamo assistendo negli ultimi anni vanno principalmente nella direzione di sviluppare dispositivi diagnostici e terapeutici innovativi capaci di superare i limiti delle procedure attuali, per fornire vantaggi concreti per i pazienti (miglioramento della qualità della vita), per i medici (miglioramento delle tecniche) e per i Sistemi Sanitari Nazionali (abbassamento dei costi di gestione). In questo contesto, l’ottica e la fotonica ed in particolare la fibra ottica rappresentano una piattaforma tecnologica capace di supportare l’innovazione in svariati contesti clinici. La comune fibra ottica, tipicamente utilizzata per le telecomunicazioni ed internet, può infatti diventare un sensore capace di misurare diverse grandezze sia fisiche (temperatura, forza, pressione, ecc.) che chimiche (pH, concentrazione di marcatori biolologici, ecc.) con prestazioni ben superiori rispetto alle tecniche convenzionali. Grazie alle proprietà intrinseche della fibra ottica in termini di dimensioni, flessibilità, leggerezza, e biocompatibilità, quest’ultima può essere facilmente integrata all’interno di aghi e cateteri per uso medicale e portata a operare direttamente in vivo, all’interno del corpo umano, al fine di eseguire trattamenti sia diagnostici che terapeutici. Con queste premesse, in questa sessione di “Raccontare in 10 scatti” si effettua una panoramica su diverse applicazioni della fibra ottica in ambito biomedicale tra cui:

-Anestesia locoregionale (sistema di guida per aghi da epidurale);
-Screening del tumore prostatico (caratterizzazione meccanica dei tessuti);
-Biopsia liquida (rilevazione di biomarcatori in liquidi biologici);
-Drug delivery (somministrazione localizzata dei farmaci e fotobiomodulazione).