(cod.R_0016)
A cura del Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Con:
Maria D’arienzo, Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Fabio Balsamo, Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Caterina Gagliardi, Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Il rapporto tra intelligenza artificiale e fattore religioso può essere esaminato da diverse prospettive di indagine. Innanzitutto, a partire dal dibattito relativo alla “eticità” dell’intelligenza artificiale, cui hanno contribuito anche le confessioni religiose in sinergia con i gruppi di lavoro e le istituzioni europee impegnate nell’elaborazione di un Libro bianco e di una proposta di regolamento sull’intelligenza artificiale. In secondo luogo, attraverso la disamina della concreta incidenza dell’intelligenza artificiale sull’effettività dei diritti fondamentali, compreso il diritto di libertà religiosa e di culto. In recenti studi, infatti, è stato rimarcato il rischio di una compressione dell’esercizio del diritto di libertà religiosa e di culto dello spazio cibernetico, spesso sottratto ad una regolamentazione “pubblica” e rimesso alle condizioni generali dettate unilateralmente dai gestori delle principali piattaforme, che possono utilizzare i dati religiosi degli utenti anche per finalità commerciali mediante l’impiego di tecniche di profilazione. Sul punto va inoltre segnalato che la sospensione dei riti religiosi disposta durante l’emergenza pandemica da Covid-19 ha necessariamente favorito la diffusione di apps religiose. Il progetto prevede anche l’illustrazione delle funzionalità delle principali apps religiose e delle relative tecniche di impiego dell’intelligenza artificiale, evidenziando i possibili rischi, in termini di tutela della riservatezza dell’utente-fedele, che possono derivare dall’utilizzo delle informazioni raccolte durante l’uso di tali applicativi.
