(cod. P_0128_b)

1) Utilizzo di scarti alimentari per la produzione di materiali alternativi come strategia per il contenimento della diffusione di microplastiche negli ecosistemi

A cura di:

  • Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
  • Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
  • Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Con:

Francesco Esposito, Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Teresa Cirillo, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Lorella Severino, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Nunzia Antonio Cacciola, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Marcello Scivicco, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Agata Nolasco, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Jonathan Squillante, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Lucrezia Borriello, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Le microplastiche sono contaminanti ambientali emergenti diffusi nei diversi ecosistemi. Questa forma di inquinamento non conosce barriere fisiche e geografiche e ad oggi le materie plastiche di qualsiasi dimensione sono presenti in tutto il mondo. Le alterazioni causate da questi contaminanti non si limitano a colpire l’ambiente e la fauna, ma arrivano attraverso la catena alimentare fino all’uomo, causando differenti effetti tossici, la cui gravità è ancora oggetto di studio. Tra le strategie di contenimento vi è la ricerca e lo studio di materiali alternativi, che possano sostituire quelli plastici, sintetici, da cui originano le microplastiche. Il riutilizzo di scarti provenienti dalla filiera alimentare può, in questo senso, incentivare l’economia circolare e contribuire alla sostenibilità ambientale: il silverskin di caffè, per esempio, è un prodotto di scarto che può essere utilizzato come riempitivo di rinforzo per diversi materiali compositi. Partecipa anche tu a questo speed dating scientifico per avere un incontro faccia a faccia su questi temi!

2) Transizione alimentare per la sostenibilità ambientale della filiera agroalimentare: cosa significa ed in cosa consiste

A cura del Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Con:

Chiara Nitride, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Pasquale Ferranti, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Serena Marulo, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Giovanni D’Auria, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Alessandra Ferrara, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Adriana Rita Evangelista, Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Le produzioni agroalimentari contribuiscono per quasi 1/3 alle emissioni di gas serra, principale causa del riscaldamento globale. La transizione ad alimenti sostenibili è uno dei suggerimenti che potrebbe aiutare a ridurre l’impatto ambientale dell’alimentazione. Queste nuove matrici alimentari sono importate da tradizioni culinarie di paesi esteri come la Moringa o la lenticchia d’acqua o completamente innovative e vengono valutare per la loro sicurezza e d il valore nutrizionale prima che entrino nel mercato europeo. La ricerca nelle scienze degli alimenti sia a livello nazionale ed internazionale è impegnata a supporto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle nazioni unite. Vieni a scoprirlo!

22/11/2023
10:30 — 11:30 (1h)

22 Novembre 2023 · MERCOLEDÌ, IN PRESENZA

SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO

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