DOVE: SALA SAFFO
dicembre
QUANDO:
11 dicembre 2024 11:30 - 12:30
SEDE EVENTO:
Napoli
INFORMAZIONI ATTIVITÀ:
(cod. #P_0573) DOVE: Sala Saffo Introduce e modera: Gennaro Carillo, Fondazione Idis-Città della
INFORMAZIONI ATTIVITÀ:
(cod. #P_0573)
DOVE: Sala Saffo
Introduce e modera:
Gennaro Carillo, Fondazione Idis-Città della Scienza
Interviene:
Luigi Mansi, medico
Fabrizio Tagliavini, direttore dell’Istituto Neurologico Besta
Annalisa De Curtis, architetta, progettista del Museo della Shoah alla Stazione Centrale di Milano
Nei confronti con le altre specie animali, homo sapiens definisce la propria unicità sulla base di un cervello più evoluto, con superiorità legata non al suo peso, ma al numero di neuroni, unità cellulari alla base della funzione cerebrale. Infatti, il cervello dell’elefante pesa 2900 grammi rispetto ai nostri 1230, contenendo 5,6 miliardi di neuroni versus 16 nell’uomo. Tale incremento riguarda prevalentemente la neocorteccia, molto sviluppata nell’uomo, sede dei compiti superiori. La nostra supremazia aumenta grazie ad un amplificatore di potenza, il network che collega i neuroni tra di loro, efficientissimo ed estremamente articolato nell’uomo, ancora più rilevante per la capacità di rispondere alla perdita di cellule. Il cervello umano, grazie alla sua plasticità, è in grado così di cambiare e/o adattarsi, creando nuovi e/o più efficienti collegamenti sinaptici, anche quando, con l’invecchiamento, i neuroni si riducono. Rispetto allo schema tradizionale, basato sulla individuazione delle aree corrispondenti alle funzioni cerebrali, nel modello attuale si privilegia il network, cioè la complessità del sistema di connessione tra neuroni. Partendo da tali premesse, descriveremo le caratteristiche del cervello destro versus il sinistro e il ruolo fondamentale della sostanza bianca, cioè delle fibre di trasmissione del segnale, sia da che verso la periferia oltre che tra i due emisferi. Confronteremo alcuni esempi generali, quali il cervello del maschio comparato con la donna, del destrimano versusil mancino, degli occidentali confrontati con popoli che usano linguaggi non alfabetici. Centrando quindi la presentazione sul rapporto tra cervello, arte visiva e sua capacità visionaria, andremo ad analizzare se nel sistema cerebrale, inteso come cervello in collegamento con tutti i recettori ed effettori di segnale, esistono elementi utili alla comprensione dell’espressione artistica, coinvolgendo l’architettura come strumento possibile e necessario per attivare una revisione delle pratiche artistiche. A titolo di esempio, si farà riferimento al cervello di Leonardo da Vinci, per capire se esistono ipotesi che possano spiegare la sua genialità in campi molteplici e, partendo dall’analisi del destino del pittore William Utermohlen, morto di Alzheimer, che modificò significativamente il suo autoritratto in seguito alla progressione della malattia dipingendo immagini sempre meno collegate alla realtà, si accennerà a come la patologia cerebrale possa incidere sulla rappresentazione artistica.