Sistemi Bioelettrochimici: combinando energia, ambiente e bioprocessi

20ott.9:0017:00Sistemi Bioelettrochimici: combinando energia, ambiente e bioprocessi9:00 - 17:00 ATTIVITÀ IN PRESENZA:LABORATORI_DIMOSTRAZIONITARGET:PER TUTTITEMI:AMBIENTE, ECOLOGIA E SOSTENIBILITÀ,MONDI AL MICROSCOPIODOVE:VILLAGGIO DELLA SCIENZA ORGANIZZATO IN COLLABORAZIONE CON:Università degli Studi di Napoli “Parthenope”Napoli

QUANDO:

20 ottobre 2024 9:00 - 17:00

SEDE EVENTO:

Napoli

ALTRI EVENTI

INFORMAZIONI ATTIVITÀ:

(cod. #P_0406)

DOVE: Villaggio della Scienza

A cura del Dipartimento di Scienze e Tecnologie, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”

Con: 

Rosa Anna Nastro, Dipartimento di Scienze e Tecnologie, Università degli Studi di Napoli “Parthenope”

Andrea Pietrelli, Ingegneria delle Telecomunicazioni, Università di Lione

Quando sentiamo parlare di microrganismi di solito ci vengono in mente le malattie, lo yogurt (fermenti lattici) o anche birra e vino. Tuttavia, degli ultimi 20 anni, ricercatori in tutto il mondo sono stati impegnati nello studio delle proprietà elettriche dei batteri, alcuni dei quali possono fungere da veri e propri “fili conduttori”!! Più in generale, i batteri “elettroattivi” vengono catturati e fatti crescere in cella a combustibile basate sul metabolismo microbico, le Microbial Fuel Cells (MFCs), dove convertono l’energia chimica in energia elettrica senza produzione di anidride carbonica, in un processo completamente green dove il combustibile (la fonte di energia) può essere costituito da acque reflue, terreni contaminati, biomassa, percolati. Come se non bastasse, le MFCs e, più in generale, i Sistemi Bioelettrochimici (SB), possono essere utilizzate per la biosintesi di molecole di interesse industriale direttamente dalla CO2 (o da prodotti di scarto delle industriale) e vettori energetici (idrogeno e metano). Le potenziali applicazioni delle MFCs vanno oltre l’ambito del trattamento delle acque reflue e della chimica verde, estendendosi all’agricoltura. È, infatti, possibile sfruttare l’interazione radici-microrganismi elettrodi per ottenere energia, rimozione di inquinanti dal suolo, e la realizzazione di sensori in grado di rilevare le condizioni di temperatura e umidità che condizionano la crescita delle colture agricole.

Presso il laboratorio di Microbiologia e biochimica del Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università Parthenope studiamo il modo di usare i sistemi bioelettrochimici per riutilizzare la CO2 e produrre polimeri per fare bioplastica (nonché molecole di uso industriale), per risanare i suoli e depurare le acque.

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