(cod. #S_0025)
DOVE: Aula N. Cilento (Edificio C1, Campus di Fisciano)
A cura dell’Ateneo, Università degli Studi di Salerno
INFORMAZIONI ATTIVITÀ:
(cod. #S_0025)
DOVE: Aula N. Cilento (Edificio C1, Campus di Fisciano)
A cura dell’Ateneo, Università degli Studi di Salerno
Con:
Vincenzo Loia, Magnifico Rettore_ Università degli Studi di Salerno
Riccardo Villari, Presidente_Fondazione Idis-Città della Scienza
Tiziano Zarra, Delegato del Rettore alla Terza Missione e Valorizzazione della Ricerca, Università degli Studi di Salerno
Carmen Gallucci, Delegata del Rettore alla Terza Missione e Produzione di Beni Pubblici di Natura Sociale, Educativa e Culturale, Università degli Studi di Salerno
Genoveffa Tortora, Delegata all’Orientamento, Università degli Studi di Salerno
Modera:
Alessandra Drioli, Fondazione Idis-Città della Scienza
Saluti istituzionali di Benvenuto. Presentazione della giornata e delle sue attività. Focus sulle CO-SCIENZE.
(cod. #C_0018)
DOVE: Officina Vanvitelli
A cura del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
INFORMAZIONI ATTIVITÀ:
(cod. #C_0018)
DOVE: Officina Vanvitelli
A cura del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Con:
Lida Viganoni, Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Introduce:
Ezia Cioffi, Complesso Monumentale Belvedere San Leucio_Comune di Caserta
Concepita come un moderno restauro della Via della Seta, la “Belt and Road Initiative” prevede lo sviluppo di una rete stradale e ferroviaria diretta tra la Cina e l’Europa, attraverso l’Asia centrale, il Medio Oriente e la Russia, e di un corridoio marittimo che collega le strutture portuali cinesi con la costa africana e poi, passando per il Canale di Suez, con il Mediterraneo. Si tratta del più grande progetto di investimento mai realizzato prima. Un’iniziativa molto ambiziosa e dall’enorme potenziale economico, oltre che geopolitico, che può promuovere il ruolo internazionale della Cina articolato su una rotta terrestre (Belt) e una marittima (Road), alle quali si è di recente aggiunto il corridoio polare.
E tuttavia, a suscitare non poche preoccupazioni sono le dinamiche di interdipendenza/sudditanza che potrebbero generarsi dal sostanziale influsso delle rotte sull’economia dei singoli Stati, nel momento in cui questi divenissero oggetto degli investimenti infrastrutturali cinesi. Con evidenti risvolti geopolitici connessi.
La natura essenzialmente geopolitica e non commerciale del progetto è dimostrata dal fatto che i suoi percorsi evitano un Paese come l’India – storico rivale della Cina – che pure si presenterebbe, sotto il profilo economico, come un interlocutore inevitabile e indispensabile.
(cod. #A_0052)
DOVE: Museo Irpino, Complesso Monumentale Carcere Borbonico
A cura del Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, Università di Napoli “L’Orientale”
INFORMAZIONI ATTIVITÀ:
(cod. #A_0052)
DOVE: Museo Irpino, Complesso Monumentale Carcere Borbonico
A cura del Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, Università di Napoli “L’Orientale”
Con:
Gianfrancesco Lusini, Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, Università di Napoli “L’Orientale”
Andrea Manzo, Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, Università di Napoli “L’Orientale”
Michele Bernardini, Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, Università di Napoli “L’Orientale”
Ilaria Zorzan, Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, Università di Napoli “L’Orientale”
Gloria Manenti, Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo, Università di Napoli “L’Orientale”
Nei musei e nelle biblioteche di tutta Europa osserviamo spesso la presenza di oggetti di origine africana, giunti nel nostro continente a partire dalla prima metà del XIX secolo. Nel caso dell’Italia, non di rado si tratta di manufatti provenienti da Eritrea, Etiopia o Somalia, che di volta in volta si presentano come magnifiche opere d’arte o semplici utensili d’uso quotidiano, manoscritti liturgici scritti in lingue poco frequentate o capi d’abbigliamento che risalgono a scambi diplomatici. Eppure, sono sempre frammenti di un contesto lontano, del quale conosciamo assai poco, che sembrano guardarci e chiederci: come siamo arrivati fin qui? chi ci ha prelevati e perché? siamo il risultato di un acquisto, di un dono, di una spoliazione o di un saccheggio? Questi oggetti, dunque, creano in noi disagio e ci impongono l’acquisizione di una coscienza del “nostro” passato coloniale, quando gli oggetti africani potevano arrivare in Europa senza alcun rispetto per la volontà dei loro possessori, in virtù di un rapporto di forze e non nel rispetto di leggi e diritti. Vieni ad osservare una serie di manufatti, comprendine l’origine, il percorso, la vicenda, e come possono aiutarci a trasformare la (cattiva) coscienza in desiderio di dialogo alla pari con tutte le culture del mondo.